di Alessandro Fusillo
I nemici dell’umanità e dei diritti fondamentali (proprietà privata e libertà privata, dai quali tutti gli altri sono derivati) sanno perfettamente quale sia l’ostacolo formidabile che da sempre si oppone all’attuazione delle loro mire, l’imprevedibilità dell’azione umana, l’impossibilità di calcolare le singole decisioni di miliardi di individui. Le ideologie collettiviste sono moltissime, dall’antico mercantilismo al moderno globalismo passando per giacobini, comunisti, nazionalisti, socialisti, fascisti, socialdemocratici, nazionalsocialisti, statalisti, aderenti al “World Economic Forum”, e via elencando, si caratterizzano tutte per un elemento che le accomuna e le riassume: il dirigismo o costruttivismo. Si tratta di un modo di intendere la società e le relazioni umane fondato sul concetto che ritiene possibile la regolamentazione centralizzata dei comportamenti umani secondo norme decise dall’alto e tali da conformare la convivenza secondo linee decise da un gruppo ristretto di persone che si arrogano il diritto di sapere meglio degli altri cosa occorre fare e come. Il contenuto concreto di un simile modo di pensare è irrilevante. Potrà trattarsi dell’avanguardia del proletariato intenta a costruire la futura società comunista, degli ariani impegnati a purgare la razza eletta dagli ebrei che ne lordano la purezza genetica, dei democratici politicamente corretti che desiderano imporre il silenzio a chiunque non condivida il loro programma di riforme nell’interesse del bene comune o, da ultimo, degli scienziati che perseguono lo scopo di tutelare una popolazione recalcitrante mediante l’inoculazione forzosa di farmaci ritenuti idonei a salvarli da malattie e pestilenze. La tecnica è una sola e sempre la stessa: creare regole e imporle con forme di violenza che possono andare dall’abuso fisico al carcere, dalle sanzioni pecuniarie alla pena di morte, dalla simpatica “spintarella” (nudge) al campo di concentramento. Il comune denominatore, il filo conduttore di tutte le ideologie, dei contenuti delle stesse e delle tecniche di dominio è sempre lo stesso: vi è un gruppo più o meno esteso di psicopatici i quali, invece di dedicarsi ad attività produttive quali la produzione di beni e servizi ed il loro libero e volontario scambio con altri esseri umani, ritengono di avere il diritto e il dovere di regolamentare l’attività altrui e di farlo a spese dei soggetti regolamentati i quali saranno forzati a pagare un simile, non richiesto, “servizio”.
L’errore di tutte le impostazioni costruttiviste, come notato da Hayek (The Fatal Conceit) è la pretesa del regolatore centrale di conoscere le preferenze e le decisioni delle vittime della sua attività. Conoscenza che per definizione è impossibile poiché non vi è alcuna possibilità di calcolare e prevedere il comportamento di miliardi di individui. La pietra dello scandalo, quindi, per qualsiasi collettivista è la libera volontà umana. Non a caso questa è sotto attacco da molto tempo sia dal punto di vista scientifico-culturale ad opera delle molteplici dottrine e teorie che a vario titolo propugnano forme di determinismo, vuoi filosofico-religioso, vuoi fondato sulle leggi naturali della fisica e della chimica, sia, in modo ben più pericoloso, da parte dei sistemi sempre più efficaci di controllo del pensiero e della volontà della generalità delle persone. Il sogno di telecomandare un’armata di volenterose formiche operaie è stato coltivato ormai da più di un secolo attraverso varie tecniche con diversi gradi di successo. Vi è, anzitutto, quella che si chiama propaganda o che si potrebbe più correttamente definire ipnosi di massa. Il controllo dei mezzi di comunicazione è uno dei sistemi più efficaci per influenzare e dirigere le opinioni, il pensiero e, quindi, le decisioni di moltissimi, della quasi totalità dei sudditi. Un altro elemento di cruciale importanza per il controllo delle libere volontà è il sistema educativo, scolastico e universitario: chi può forgiare le giovani menti sino dal momento della loro formazione ha messo una seria e forse definitiva ipoteca sulle loro future decisioni ed opinioni. Altre e più inquietanti ipotesi sono quelle connesse con il controllo della mente attraverso tecniche farmacologiche, mediante le potenzialità tuttora solo parzialmente esplorate dell’elettromagnetismo, e utilizzando le nanotecnologie che sono ormai in grado di replicare a livello microscopico e molto raffinato i crudi esperimenti di controllo mentale degli animali effettuati impiantando sonde elettriche nei cervelli delle cavie. Su tutte queste tecniche vi è ampia letteratura; alcune sembreranno, e forse sono, ancora allo stato delle mere ipotesi, altre hanno una lunga e consolidata storia ed è difficile se non impossibile negarne l’esistenza.
Non solo, si tratta di tecniche che hanno dimostrato storicamente un notevole ed innegabile successo. Basti pensare al caso paradigmatico di una nazione civile e dalla lunga e nobile tradizione culturale come la Germania arruolata nella sua quasi totalità per servire la follia nazional-socialista.
Tuttavia, e sino ad ora, gli sforzi dei costruttivisti si sono infranti, regolarmente e sistematicamente, di fronte ad una piccola minoranza di persone che è sempre e tenacemente rimasta inattaccabile, tetragona a qualsiasi tentativo di controllo della libera volontà, delle libere decisioni. Questo a volte sparuto drappello di coraggiosi, di irriducibili è stato nella storia la garanzia del fatto che la nostra specie restasse umana e non si trasformasse nell’alveare distopico sognato dai collettivisti. Forse la sottoposizione di massa ad un vaccino sperimentale ha lo scopo di contare il gruppo dei resistenti, di quelli che non si sono fatti convincere da un apparato propagandistico che non ha visto eguali nella storia dell’umanità. Forse saremo pochi – non ne sono convinto – ma ciò non deve indurci a sottovalutare l’importanza di ciò che stiamo facendo. Finché ci sarà una sola persona che conserverà la sua libera volontà e che avrà il coraggio di opporre un no ai criminali collettivisti che vogliono creare un nuovo mondo distopico, ci sarà ancora speranza per l’umanità. E non ho potuto fare a meno di pensare al finale de “L’invasione degli ultracorpi” di Jack Finney:
«Ci sono stati altri, naturalmente, individui e piccoli gruppi che avevano fatto ciò che avevamo fatto noi – che avevano combattuto, lottato o semplicemente rifiutato di capitolare. Alcuni avranno vinto, altri perso, ma tutti tra noi che non sono stati catturati e imprigionati senza possibilità di scampo hanno combattuto implacabilmente. Mi passò per la mente un frammento di un’orazione di guerra: “Li combatteremo nei campi e nelle strade, combatteremo sulle colline; noi non ci arrenderemo mai.” Fu vero allora per un popolo, è stato sempre vero per tutta l’umanità. E capii che niente nel vasto universo potrà mai sconfiggerci.»