Il fascicolo sanitario elettronico (FSE) è uno strumento di controllo dei corpi dei cittadini e la raccolta dei dati, soprattutto genetici, è funzionale agli interessi delle grandi corporazioni farmaceutiche con le quali il governo italiano collabora. Il fascicolo sanitario elettronico contiene tutti i dati riguardanti visite, ricoveri, interventi, prescrizioni, analisi cliniche e vi è anche una specifica sezione farmaceutica in cui sono riportati i dati riguardanti la prescrizione e l’acquisto di farmaci. Tutti gli operatori sanitari sono obbligati ad alimentare il FSE, anche quelli privati.

Per chi vuole mantenere la riservatezza dei propri dati è essenziale, quindi, negare l’accesso al fascicolo sanitario elettronico, accesso che può avvenire da parte di altri operatori sanitari oppure, il che è l’elemento più inquietante, da parte delle pubbliche autorità nell’ambito delle esigenze di profilassi internazionale, cioè delle misure destinate alla prevenzione e gestione delle epidemie e pandemie.

Le procedure da seguire sono due.

La prima è la cancellazione dei dati anteriori al 19 maggio 2020. Si tratta di una facoltà prevista dall’art. 12 del DL 179/2012 e dai decreti attuativi (DM 7.09.2023 e 11.04.2024) che potrà essere esercitata entro il 30 giugno 2024 accedendo a questo sito:

https://fascicolosanitario.sanita.finanze.it/FseOpposizionePregressoCittadinoFree/pages/includes/free/opposizioneRicercaFree.xhtml

Non è necessario avere lo SPID o la CIE per l’opposizione.

Chi vuole utilizzare lo SPID o la CIE (ma non è necessario) può usare questo sito:

https://sistemats1.sanita.finanze.it/portale/area-riservata-cittadino

Esercitando il diritto di opposizione al pregresso si vieta l’alimentazione del fascicolo sanitario elettronico con tutti i dati anteriori al 19 maggio 2020.

Per i dati successivi è necessario revocare tutti i consensi alla consultazione del fascicolo sanitario elettronico. Questa procedura si può effettuare accedendo al sito della propria regionale partendo da questa pagina:

https://www.fascicolosanitario.gov.it/fascicoli-regionali

ma in generale l’accesso online è possibile solo a chi è titolare di SPID, CIE o a chi ha attivato la propria tessera sanitaria. Si tratta in generale di opzioni che è meglio evitare.

Pertanto, occorrerà recarsi allo sportello della propria ASL di appartenenza per revocare di persona il consenso all’accesso al fascicolo sanitario elettronico.

La revoca dei consensi è disciplinata dall’art. 8 del DM 7.09.2023.

Anzitutto si stabilisce che la consultazione del fascicolo da parte di persone diverse dall’interessato e dall’operatore sanitario che ha inserito i dati nel FSE è possibile solo dopo che il paziente ha preso visione dell’informativa sulla riservatezza dei dati (c.d. “privacy”) e dopo la prestazione di un consenso libero, specifico, informato, inequivocabile e riferito alle singole categorie di dati. Per i minori il consenso viene concesso o negato dai genitori. Si può nominare un delegato per il rilascio o la revoca dei consensi. È possibile esercitare il diritto all’oscuramento dei dati sia in via generale sia in occasione delle singole prestazioni di servizi sanitari.

È opportuno revocare i consensi per le finalità di: – diagnosi, cura e riabilitazione, – prevenzione, – profilassi internazionale ivi compresa la somministrazione di vaccini o di profilassi obbligatorie o raccomandate per soggetti diretti all’estero. L’oscuramento riguarderà ovviamente i terzi; l’interessato può sempre accedere al proprio FSE.

Il DM 7.09.2023 non prevede la possibilità di revocare il consenso al trattamento dei dati personali riguardanti: – la somministrazione di vaccinazioni o profilassi obbligatorie o raccomandate per soggetti provenienti dall’estero, – la sottoposizione a misure di quarantena o isolamento, – l’attività di contact tracing internazionale, – le misure di profilassi conseguenti a esposizioni ad agenti patogeni relative a soggetti che abbiano utilizzato mezzi di trasporto collettivi o soggiornato in comunità chiuse. In questi casi il Ministero della salute segnala i casi alle ASL di appartenenza.

Il Ministero della salute si riserva comunque il trattamento dei dati in forma anonimizzata (per chi vuole credere a questa promessa) a fini di studio e ricerca scientifica in campo medico, biomedico ed epidemiologico ed allo scopo di programmazione sanitaria, verifica delle qualità delle cure e valutazione dell’assistenza sanitaria.

È importante sottolineare che la revoca dei consensi non pregiudica il diritto all’erogazione delle prestazioni sanitarie.

Il consenso al trattamento dei dati o la sua revoca possono essere sempre modificati a scelta dell’interessato.

Come si vede è possibile limitare, anche in modo piuttosto netto, l’accesso ai propri dati sanitari, ma non in modo totale. Soprattutto, c’è il rischio che i dati, in quanto detenuti da un’organizzazione poco affidabile e pericolosa come il Ministero della salute, siano in seguito oggetto di abusi o di una nuova disciplina che il governo può sempre adottare limitando le possibilità di oscuramento. Pertanto, la cosa più importante è non alimentare il FSE. Stare lontani dagli operatori sanitari pubblici e rivolgersi solo ai privati che non inseriscono i dati dei loro pazienti nel FSE è il miglior modo per difendere la propria salute e la riservatezza dei propri dati.